Ricci dà i numeri sulla Sanità, nervoso e sotto shock per l’avvio col botto dei 5mila nella campagna elettorale di Acquaroli.
Il candidato pro tempore delle sinistre, visibilmente frastornato, prova a rifugiarsi nel solito attacco sulle liste d’attesa. Ma a giudicare dalla confusione nel suo campo, sembra che le uniche liste che lo preoccupino davvero siano le sue: quelle elettorali. Tra defezioni, faide interne e candidati “rottamati”, è lì che si consuma il vero dramma della sinistra marchigiana.
Il governo Acquaroli ha ereditato un sistema sanitario al collasso, dopo anni di disastri firmati PD. La verità è che Ricci e compagni avevano progettato ospedali unici, accentrati e lontani dai cittadini, destinati a chiudere anche strutture strategiche come Fano, Urbino, Pergola, Fabriano, Civitanova, Amandola e Ascoli. Dopo i 13 ospedali chiusi dal governo PD di Ceriscioli, volevano completare l’opera. Altro che tutela del territorio.
Il cambiamento della Sanità è una sfida difficile, ma i numeri – quelli veri – testimoniano un’inversione di rotta messa in campo dalla giunta Acquaroli.
Ricci, invece, rappresenta il passato dei tagli, delle promesse mancate, dei progetti sbagliati.
Le Marche hanno già cambiato.
E lo slogan del PD, quel “Cambio di Marche”, suona oggi solo come un’ammissione: Ricci è fuori tempo massimo. E anche un po’ sgrammaticato.