Se una lunga strada è composta di tanti piccoli passi, quello che la Regione Marche ha fatto ieri è un bellissimo, piccolo passo: è vicina all’ufficialità infatti, l’istituzione del tavolo tecnico con Ministero delle Infrastrutture e Società Autostrade per lo studio della terza corsia da Porto Sant’Elpidio verso Sud. In questo caso parlare di lunga strada può essere fuorviante.
La strada lunga e larga
Diciamo meglio: oltre che lunga, si spera che la strada sia soprattutto larga. Questo perché in tema di terza corsia si valuteranno le varie ipotesi progettuali. Se ampliare, cioè, l’area dell’attuale tracciato o trovare nuovi percorsi alternativi, sempre con il coinvolgimento di tutti i rappresentanti dei territori coinvolti e facendo tesoro delle varie esigenze per inserirle poi in un quadro complessivo e il più ampiamente condiviso da tutti. Per l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli è un passaggio particolarmente speciale. Lo scorso marzo si sentì rispondere a Roma che in tema di terza corsia Sud della A14 non c’era nessuno studio avviato dopo che a gennaio Aspi non aveva messo nel piano triennale la fattibilità e l’allora ministro De Micheli aveva invitato la concessionaria ad avviare subito la fattibilità. «Servono impegni scritti – mormorava sconsolato Baldelli a marzo – mentre le parole se le porta via il vento».
Il risultato tangibile
Lo stesso Baldelli oggi porta a casa un risultato il cui peso sarà tutto da valutare nel tempo. Ma intanto è un traguardo che ha un senso tangibile dopo una tessitura di mesi. Soprattutto dopo quello spiazzante atterraggio. «È un risultato importante – sottolinea l’assessore di Pergola – che ci ripaga dell’intenso lavoro svolto negli ultimi mesi. Sono fiducioso che saremo in grado di inaugurare una stagione intensa di iniziative concrete finalizzate a modernizzare una delle infrastrutture più importanti della dorsale adriatica, ormai obsoleta e superata dai tempi, come dimostrano i gravi disagi di questi ultimi anni. Un percorso che potrà contare anche su partecipazione e coinvolgimento delle istituzioni locali e dei soggetti più rappresentativi dei territori, tra cui ordini professionali e associazioni di categoria».
Il lavoro di squadra
Il particolare da sottolineare è che l’obiettivo è stato raggiunto in comune con le altre regioni adriatiche con cui da subito Acquaroli ha firmato l’intesa sul punto specifico. «Il tavolo tecnico ha aggiunto Baldelli è figlio della nostra visione complessiva delle infrastrutture delle Marche ed è un passo decisivo per passare dalle parole ai fatti interrompendo il corto circuito tra istituzioni e territori che, in passato, ha colpevolmente frenato lo sviluppo infrastrutturale della nostra regione. Insieme a Ministero, Società Autostrade e le Regioni Abruzzo, Molise e Puglia e alle quali si potrà aggiungere anche l’Emilia Romagna ad esempio sui temi ferroviari avremo la straordinaria opportunità di cambiare metodo di lavoro e confronto, cessando di correre di continuo dietro all’emergenza e iniziando, invece, a pensare in prospettiva e programmare interventi strutturali nel medio-lungo periodo». Al tavolo tecnico si discuterà, non solo del cronoprogramma dei cantieri di manutenzione autostradale, ma anche di progetti per realizzare infrastrutture innovative in grado di facilitare l’accesso all’A14 e ridurre, al tempo stesso, l’impatto ambientale sui territori, come ad esempio i nuovi svincoli autostradali altamente automatizzati e i parcheggi di interscambio.
La svolta storica
«L’istituzione formale del tavolo tecnico conclude Baldelli – è una svolta storica’ per le Marche, che possono così pianificare, insieme a Ministero, Autostrade e ai territori coinvolti, interventi sostenibili dal punto di vista ambientale e all’altezza del tessuto produttivo di una regione che, non dimentichiamolo mai, è orfana da decenni di una visione complessiva delle infrastrutture che la Giunta Acquaroli ha iniziato a disegnare fin dall’inizio del suo mandato».
di Andrea Taffi dal Corriere Adriatico del 17 luglio 2021