Contro la crescita zero Francesco Baldelli fissa due parole chiave: «Donna e lavoro». L’assessore regionale alle Infrastrutture, con delega alle aree interne, non perdona: «Sulla crisi della natalità si parla spesso troppo e si agisce poco».
Inverta il paradigma.
«Se non mettiamo al centro il ruolo della donna, come madre e lavoratrice, difficilmente riusciremo a invertire la tendenza. Sono necessari strumenti e iniziative concrete per sostenerla, alle prese con la compatibilità tra i tempi di gestione familiare e quelli lavorativi. Anche ai padri è necessario offrire l’opportunità, ove necessario, con l’incentivo all’utilizzo dei congedi parentali».
Un riferimento per lei imprescindibile?
«Gli anni Settanta: nelle Marche allora nascevano tanti figli quante aziende, il baby boom andava di pari passo con quello economico di una terra che aveva deciso di voltare pagina rispetto a un passato di arretratezza e sottosviluppo. Oggi dovremmo riprendere quella forza propulsiva che ci ha portato a competere, alla pari, con le regioni più sviluppate d’Europa».
I termini della sfida?
«Costruire un welfare che offra strumenti e iniziative concrete in termini di servizi alle famiglie, soprattutto alle giovani coppie».
Allarghi lo spettro d’azione.
«Subito. Si pone il tema dei servizi di quei territori, interni o della montagna, dove il problema del calo demografico è ancora più accentuato».
Le responsabilità?
«Per anni sono state ingannate queste comunità, proponendo contributi a pioggia per sostituire servizi primari con quelli secondari, favorendo un lento processo di eutanasia, senza una viabilità moderna, ospedali e scuole. Popolazioni che sono state private di un supporto concreto per creare le condizioni base per un vero e proprio diritto di cittadinanza».
Il suo controcanto?
«Servizi primari per la salute, scuole, infrastrutture per una mobilità snella, sicura e sostenibile, servizi per le famiglie e i figli, in giovane e giovanissima età. La natalità non si genera per decreto, né attraverso incentivi spot, ma dipende dagli investimenti concreti in infrastrutture sociali e fisiche, autentica pre-condizione per lo sviluppo».
Converta i buoni propositi in azione.
«La Regione ha impostato la sua politica infrastrutturale su una visione condivisa con le categorie economiche e gli ordini professionali, coinvolgendo tutta la filiera istituzionale, per frenare il progressivo spopolamento, l’emigrazione dei giovani talenti e rendere attrattivi i nostri centri. Miriamo a iniziative che abbiano sempre alla base il Fattore Q di qualità, nei progetti, nelle opere da realizzare, nelle attività da programmare. Senza una visione è impossibile sperare in un futuro di sviluppo».
*Di Maria Cristina Benedetti, dal Corriere Adriatico del 27 novembre 2022