L’allarme spopolamento

25 Feb 2025 | TERRITORI INTERNI

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«Piano per le aree interne, ai Comuni oltre 120 milioni»

L’assessore regionale Baldelli: più attenzione con la Strategia del governo

«E dalla Regione fondi che possono compensare i tagli ai piccoli centri Sanità, infrastrutture e trasporti: le nostre misure per garantire i servizi»

«Con la nuova Strategia nazionale per le aree interne finalmente si inverte il punto di vista sullo sviluppo di questi territori. Serve un ritorno ai presidi sanitari diffusi, potenziandoli. E bisogna continuare ad agire su infrastrutture, trasporti, digitalizzazione e scuole. Deve essere reso pieno ed effettivo il diritto costituzionale alla cittadinanza».

L’assessore regionale alle infrastrutture, Francesco Baldelli, ha in mano i documenti delle misure che la Regione ha messo in campo per le aree interne, «centoventi milioni dall’inizio del mandato di governo di Acquaroli», analizza le nuove linee guida e poi parla di «cambiamento».

Baldelli, l’entroterra sta vivendo uno spopolamento continuo. Che cosa fa la Regione?

«Qualche giorno fa, in commissione Stato-Regioni, sono state approvate le nuove linee guida della Strategia nazionale per le aree interne: ora cambia l’approccio. La grande pressione che stiamo vedendo sui centri urbanizzati, nelle Marche sulla costa, è dovuta alle politiche non corrette che sono state proposte ai territori interni. Lo spopolamento che vediamo non è la causa della mancanza di servizi, ma la conseguenza. Con la nuova strategia del governo si capisce che bisogna offrire servizi adeguati alle esigenze della popolazione, secondo un principio molto chiaro: il diritto costituzionale alla cittadinanza».

Nel pratico, che cosa cambierà rispetto al passato?

«Nella vecchia strategia si narrava che gli ospedali delle aree interne costavano troppo e bisognava chiuderli. Parliamo di un servizio primario, come infrastrutture, scuole, trasporti. Oggi il nuovo piano parla invece di garantire e potenziare le strutture ospedaliere di base dell’entroterra. Una linea che la Regione ha già sposato fin dall’inizio del mandato di Acquaroli: garantire alla cittadinanza trasporti, sicurezza, scuole e servizi».

Il governo vara una nuova Snai, ma poi taglia i fondi ai piccoli Comuni. Lo dice anche la mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale.

«Le Marche hanno adottato una strategia che compensa forte mente qualsiasi potenziale riduzione del governo. Nel nostro mandato la Regione ha erogato oltre 120 milioni di finanziamenti ai Comuni, considerando solo i bandi dell’assessorato. Inoltre, sul piano delle infrastrutture, ad esempio con la Pedemontana, stiamo mettendo a terra lavori per oltre un miliardo, senza dimenticare gli oltre 100 milioni della legge sui borghi voluta dal presidente Acquaroli o l’impegno per le infrastrutture digitali. Questi investimenti senza precedenti puntano a riequilibrare i servizi e i diritti per la cittadinanza di un intero territorio».

Sanità, trasporti e infrastrutture: dove si può migliorare?

«Le nostre strategie a medio e lungo periodo creano delle occasioni. Le famiglie e i giovani hanno il diritto di vivere dove sono nati: siamo allineati con il governo e con il ministro Foti (alle politiche di coesione, ndr). I Comuni non si risollevano con le mancette, ma con gli interventi sulla sanità, trasporti e infrastrutture. Sono queste le strategie che portano più occupazione, gli investimenti e il lavoro».

Alcuni Comuni danno incentivi per avvicinare i cittadini ai borghi. Potrebbe farlo la Regione?

«Tutti i sindaci delle aree interne sono degli eroi, specie nei territori dove sono stati fatti venire meno i presupposti di attrattività. Ora noi li creiamo. La Regione deve fare da coordinamento. Gli interventi di questo tipo possono alleviare il problema nel breve termine, ma servono anche gli stessi investimenti in servizi che si fanno nei grandi centri. Altrimenti le persone continueranno a scappare».

*da Il Resto del Carlino del 25 febbraio 2025.

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