Infrastrutture, il decalogo delle associazioni di categoria per uscire dall’isolamento. Piena sintonia con la visione della Regione Marche

22 Mar 2022 | INFRASTRUTTURE

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Il decalogo delle associazioni di categoria per far uscire le Marche dall’isolamento cronico che, da decenni, le relega alla periferia dell’impero, nonostante una posizione geograficamente baricentrica a livello nazionale. Confindustra, Confartigianato, Cna, Confcommercio e Coldiretti hanno stilato un manifesto con le 10 priorità infrastrutturali non più procrastinabili, declinate su strade e ferrovie da completare, realizzare o potenziare, e sul rilancio della piattaforma logistica che comprende porto, aeroporto ed interporto. Nell’estate del 2020, il Corriere Adriatico ha prodotto un nutrito dossier su tutti i nodi da sciogliere in materia ed ora sono le categorie produttive a presentare alla Regione le istanze, chiedendo di fare squadra e di poter contare su tempi certi.
Gli input
Ieri, nella sede della Camera di Commercio delle Marche, il governatore Francesco Acquaroli e gli assessori Francesco Baldelli (Infrastrutture) e Guido Castelli (Bilancio), hanno raccolto le proposte di Sauro Grimaldi (vice presidente Confindustria Marche con delega alle infrastrutture), Emanuele Pepa (presidente Confartigianato Marche), Paolo Silenzi (presidente Cna Marche), Giacomo Bramucci (presidente Confcommercio Marche) e Maria Letizia Gardoni (presidente Coldiretti Marche), compatti come raramente succede nella regione dei campanili. A fare gli onori di casa, il presidente della Camera di commercio, Gino Sabatini. Scendendo nel dettaglio del documento, il primo dei 10 punti nell’agenda delle infrastrutture riguarda la terza corsia della A14 per tutto il tratto marchigiano. Al momento, sono sul tavolo tre ipotesi: l’allargamento della sede attuale, l’arretramento dell’intero tracciato di circa 5 km (il vecchio tracciato verrebbe declassato a strada ad alta percorrenza come variante alla SS16), oppure la destinazione dell’attuale tracciato ad una sola direzione di percorrenza, con realizzazione di tre corsie nel senso di marcia opposto in sede arretrata. Tre ipotesi che dovranno convergere in un unico progetto preciso per intervenire sul collo di bottiglia d’Italia. C’è poi l’annosa questione dell’uscita dal porto di Ancona, con i suoi tre tasselli.
I collegamenti
Se il raddoppio della variante alla Ss16 è in corso e per l’arretramento della ferrovia con il lungomare Nord si attende la Valutazione di impatto ambientale per poter partire con i lavori, l’ultimo miglio la bretella di collegamento da 3,3 km e 99,61 milioni di euro di costo ha visto la nomina di un commissario (il direttore di Anas Marche, Paolo Testaguzza) lo scorso settembre per accelerare l’iter di un’opera attesa da oltre 30 anni. Rimanendo in tema strade, non poteva mancare quella che forse è la madre di tutte le incompiute, la Fano-Grosseto, in attesa di essere realizzata da talmente tanto tempo che il progetto inizialmente pensato è ormai obsoleto e si sta lavorando per portarla da due a quattro corsie, con galleria a doppia canna. Ma oltre alle arterie stradali principali, il decalogo delle associazioni include anche tratti fondamentali per collegare le aree interne, come quello tra Fabriano e Sassoferrato – dal costo di 200milioni di euro, di cui 25 disponibili -, la progettazione della nuova bretella tra Villa Potenza e la A14 (con nuovo casello a Porto Potenza Picena) ed ampliamento del tratto Villa Potenza-Castel Raimondo, ed il primo tratto Pedemontana Mozzano-Comunanza e nuovo tracciato Mezzina tra Campiglione di Fermo e Valmir. C’è poi il capitolo ferrovie, con il potenziamento della Orte-Falconara inserito nel Pnrr ma solo in alcuni tratti, da cui resta del tutto escluso quello compreso tra Fabriano e Foligno e la Civitanova Marche-Albacina, elettrificata, da rendere metropolitana di superficie. A parte, il discorso sull’aeroporto, da rilanciare e rendere maggiormente attrattivo per le compagnie aeree, e da collegare adeguatamente a porto ed interporto per dare finalmente corso a quella piattaforma logistica finora mai decollata. Allargando il quadro alle infrastrutture immateriali, le categorie produttive chiedono poi il completamento della copertura integrale regionale, in tempi certi, della banda ultra larga. Ultimo, ma non in ordine di importanza, il punto riguardante lo sfangamento ed il completamento delle condotte dei laghi di Cingoli, Gerosa e Mercatale, con progetti di estensione degli impianti a pressione su Tronto, Musone, Aso e Tenna. «Le Marche hanno subito negli anni forti penalizzazioni per molteplici carenze infrastrutturali hanno sottolineato i presidenti delle associazioni , questo è il momento di agire: le risorse del Pnrr sono un’occasione che non possiamo mancare».

L’appello delle associazioni non cade nel vuoto. «Fare fronte comune» per avere più massa critica sui tavoli che contano e portare così a casa le infrastrutture indispensabili al rilancio delle Marche rappresenta anche il refrain della Regione, con il governatore Francesco Acquaroli che fa un passo oltre: «Propongo un incontro che veda anche la partecipazione dei commissari (Simonini per la Fano-Grosseto, Testaguzza per l’ultimo miglio, Soccodato per la Salaria e Macello per la Orte-Falconara, ndr), di Anas, Società Autostrade e Quadrilatero, così da fare un punto su tutte le partite. In questo anno e mezzo ha aggiunto – abbiamo gettato le basi per dare risposte alle tante priorità evidenziate nel documento. Siamo a lavoro sulle direttrici dell’A14, della Pedemontana, del Corridoio Adriatico, sulla Fano-Grosseto e sulla Salaria, porte a nord e sud della regione, e sulla Orte-Falconara, ma anche su porto, aeroporto ed Interporto e su molte trasversali e collegamenti territoriali».
I tavoli
A fare il quadro sullo stato dell’arte ad oggi è l’assessorato alle Infrastrutture guidato da Francesco Baldelli. Partiamo dalla A14: la Regione ha richiesto ed avviato, lo scorso settembre, un tavolo tecnico con ministero alla Mobilità sostenibile ed Autostrade per dare corso alle necessarie attività propedeutiche al prosieguo della progettazione della terza corsia nell’intero tratto. Autostrade ha avviato un’ipotesi progettuale dell’intervento e per le ulteriori determinazioni si attende il rinnovo della governance della società. Intanto, per il tratto Porto Sant’Elpidio-Pedaso, il progetto è allo stadio definitivo e ha anche già superato la Valutazione di impatto ambientale da aggiornare. Nel tratto Pedaso-San Benedetto del Tronto, invece, siamo allo studio di pre-fattibilità, in elaborazione. Altra opera fondamentale, l’ultimo miglio dell’uscita nord dal porto di Ancona, con i suoi 99,61 milioni di euro già finanziati nell’ambito del Contratto di programma tra Mims ed Anas. Il progetto definitivo, completato, è da approvare e l’appaltabilità del cantiere è prevista entro il 2023, con inizio dei lavori per ottobre 2024. Dalla gomma al ferro, il raddoppio della Orte-Falconara è riuscito ad intercettare 510 milioni di euro dal Pnrr: i tratti PM228-Castelplanio, il raddoppio PM228-Albacina e gli interventi tecnologici necessari saranno portati a casa entro il 2026; il raddoppio del segmento Spoleto-Terni, da 706 milioni, invece, dovrà essere completato entro il 2030.
Le risorse
Allo stato attuale delle cose, resterebbe a binario unico il tratto Fabriano-Foligno, per il cui raddoppio servirebbero 1,9 miliardi. Passando al capitolo riguardante il potenziamento dei collegamenti con le aree interne, per quanto concerne la Fabriano-Sassoferrato, un tratto di 12 km dal costo di 200 milioni di euro ha visto lo stanziamento, da parte della giunta, di 25 milioni, di cui 5 milioni per l’aggiornamento della progettazione definitiva dell’intero tratto e 20 milioni come compartecipazione per la realizzazione dell’opera e l’attivazione della restante quota del finanziamento a carico del Mims.
Nela Valpotenza, per il primo tratto che va da Macerata a Villa Potenza 2,2 km per un costo stimato di 26 milioni è stato redatto ed approvato lo studio di fattibilità (la progettazione è finanziata con fondi regionali per 470mila euro), mentre nel secondo che va dalla vallata del Potenza al nuovo ospedale di Macerata 3,5 km per un costo stimato di 10 milioni -, sono state finanziate progettazione e realizzazione. È già stata stipulata la convenzione con il Mims, mentre è in fase di stipula quella con la provincia di Macerata. Contestualmente, è stata avviata l’interlocuzione con Autostrade per la realizzazione del casello autostradale a Porto Potenza Picena Porto Recanati Sud, oltre al casellino di Fano.

Articolo Corriere Adriatico del 22 marzo 2022

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