I finanziamenti
«Una svolta storica per il territorio». Il governatore Francesco Acquaroli definisce così la combo da oltre un miliardo tra il Pnrr sanità da 182 milioni (di cui 68269.911 euro per le strutture) più l’aggiornamento del masterplan dell’edilizia sanitaria da 923 milioni approvata ieri in Giunta. Una doppietta dove alle linee di finanziamento per 759.369.623 euro già attivate in parte anche dalla precedente giunta come, per esempio, per gli ospedali di Fermo, Salesi, Inrca di Ancona ed Amandola si sono aggiunti 157,5 milioni di risorse stanziate dall’esecutivo.
Gli obiettivi
Un quadro articolato che si propone di ridisegnare la mappa ospedaliera regionale, ma tutti gli occhi erano puntati su un segmento in particolare: la versione definitiva del Pnrr sanità, dopo le rimodulazioni chieste dal ministero della Salute e le polemiche ruotate attorno al documento negli scorsi giorni. A presentarla, ieri a Palazzo Raffaello, c’era l’intera giunta (assente giustificata, l’assessora Latini), ma a dettagliare i vari interventi è stato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini: «Abbiamo previsto l’intervento laddove la proprietà era pubblica, tenendo conto del fatto che ospedali di comunità e case di comunità sono strutture corollario dei 12 ospedali per acuti (e Dea di secondo livello, dunque Torrette). Si crea una progressione a seconda della tipologia di cura, mentre oggi il sistema prevede assistenza primaria (ovvero medici di base e pediatri), e ospedali per acuti: con il Pnrr creiamo questo secondo anello che tende dare più assistenza e a mettere insieme tutte le risorse esistenti, ora sparpagliate».
Il valore
Il Pnrr Sanità vale 182 milioni, tra cui 42,5 milioni di euro per 29 case di comunità, 23,2 milioni per 9 ospedali di comunità e 2,6 milioni per 15 Centri operativi territoriali, oggetto della delibera approvata ieri. Partiamo dagli ospedali di comunità, che avranno da 20 a 40 posti letto e saranno strutture per pazienti che necessitano di interventi sanitari di media o bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Per questo segmento, sono previsti investimenti a Galantara di Pesaro (2,5 mln) e per la nuova struttura di Cagli (6,5 mln) nell’Area Vasta 1, mentre nell’area vasta 2 andranno alla nuova sede di Jesi (7 mln), a Chiaravalle (200 mila euro) ed a Loreto (200 mila euro). Ci sono poi Corridonia (1,7 mln) e Treia (800 mila euro) nell’Area vasta 3, e San Benedetto del Tronto (2 mln) ed Ascoli Piceno (2,7 mln) nell’Area vasta 5. C’è poi la partita sulle case della salute, che dovranno essere luoghi delle cure primarie e strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici, con la presenza di equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, psicologi, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali. In questo caso, si interviene su Mombaroccio (3,6 mln), Cagli (500 mila euro), Mondolfo (400 mila euro) e Fossombrone (700 mila euro) nell’Area vasta 1, a Corinaldo (3,2 mln), Filottrano (1,2 mln), Jesi (500 mila euro), Cingoli (300 mila euro), Fabriano (1,1 mln), Crass ed Umberto I di Ancona (3,8 mln), Chiaravalle (2 mln) e Loreto (2 mln) nell’Area vasta 2; a Civitanova Marche (3,8 mln), Recanati (5,1 mln), Corridonia (1 mln), Macerata (1,8 mln), Treia (200 mila euro), Camerino (1,8 mln) e San Severino Marche (2 mln) nell’Area Vasta 3. Proseguendo con l’area vasta 4, troviamo Montegranaro (2 mln), Petritoli (1,5 mln), Porto San Giorgio (2,2 mln) e Sant’Elpidio a Mare (2,4 mln), mentre l’area vasta 5 chiude con San Benedetto del Tronto (4,3 mln), Ascoli Piceno (200 mila euro), Acquasanta Terme (100 mila euro), Comunanza (700 mila euro) e Offida (100 mila euro). I Centri operativi territoriali, infine, verranno realizzati a Urbino, Fano, Pesaro Galantara, Senigallia, Jesi, Fabriano, Ancona, Civitanova Marche, Macerata, San Severino Marche, Fermo, Montegranaro, San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno. «Questo programma conclude Saltamartini sarà integrato con altri 27 milioni destinati ai macchinari elettromedicali ed alla strumentazione tecnologica. L’ulteriore passo avanti sarà affrontare, a livello nazionale, la questione della carenza di personale, innanzitutto abolendo il numero chiuso a Medicina, incentivando le borse di studio ed eliminando le incompatibilità».
Di Martina Marinangeli, dal Corriere Adriatico del 15 febbraio 2022