Il Corridoio Adriatico, entrato da qualche giorno nelle linee “Core” TEN-T, ha impresso una forte accelerazione per scaricare a terra progetti e soluzioni per la velocizzazione ed il potenziamento della linea ferroviaria della dorsale adriatica. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha dettato un’agenda strettissima, stabilendo tempi rapidi per ricevere le indicazioni dai territori interessati. L’assessorato alle Infrastrutture si è subito attivato per coinvolgere le Amministrazioni comunali delle città costiere delle Marche, invitandole alla riunione finalizzata ad ascoltare le loro proposte che saranno raccolte, in tempi altrettanto rapidi, in un documento condiviso da trasmettere al Ministero entro il 10 gennaio 2022. Non si parla di Alta Velocità (progetto che prevede un costo di 50 miliardi di euro), bensì di velocizzazione e di potenziamento della ferrovia adriatica, due concetti che possono prevedere anche delle parti in arretramento da conciliare con gli elementi paesaggistici ed il funzionamento del trasporto pubblico locale. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha, infatti, già messo a disposizione 5 miliardi di euro per studiare soluzioni sull’intera tratta da Bologna a Lecce, dove la parte marchigiana rappresenta un’area critica a causa della presenza di un territorio fortemente antropizzato. Gli interventi attuali ammontano a 2,7 miliardi di euro e miglioreranno i traffici passeggeri e merci, arrivando a far guadagnare almeno 30 minuti sull’intera tratta ed aumentando i volumi delle merci in transito. Sono interventi finalizzati a sostituire gli apparati esistenti con tecnologie digitali, oltre ad interventi infrastrutturali, come, ad esempio, l’ampliamento delle gallerie e l’adeguamento di alcune curve per consentire ai treni di viaggiare ad una velocità di 200 km/ora. Il termine previsto per questi lavori è tra il 2023 ed il 2024. La linea ferroviaria adriatica, vale la pena ricordare, presenta caratteristiche che, secondo la Struttura Tecnica di Missione del MIMS, la rendono “l’infrastruttura ferroviaria più delicata d’Italia”, per cui ogni intervento ipotizzabile genera un impatto molto forte dal punto di vista realizzativo, ambientale e trasportistico. Arretrare la linea rispetto alla costa, sempre secondo la suddetta Struttura Tecnica, può portare sicuramente dei benefici in termini di aumento di velocità, ma comporterebbe la dismissione della ferrovia che attualmente attraversa i comuni costieri valorizzando la sua funzione di trasporto pubblico locale. Il Governo invita RFI a studiare un mix di soluzioni, condivise con i territori, con due obiettivi:
- Riduzione dei tempi di percorrenza per il traffico passeggeri.
- Sfruttare le opportunità per il trasporto merci. La linea ferroviaria adriatica è stata, infatti, scelta dal Governo come direttrice unica del traffico merci Sud-Nord, dato che quella tirrenica non consente di effettuare questo tipo di trasporto (anche i treni merci che partono dalla Sicilia e dalla Calabria vengono indirizzati verso la costa adriatica). Questa soluzione è stata indicata come strategica dal Governo anche per incrementare l’intermodalità con i Porti.
Questo incontro, in definitiva, è stato utile per invitare le Amministrazioni locali a presentare proposte e prospettare possibili opportunità, come verificare se, in alcuni tratti del tracciato, sia possibile ad esempio realizzare varianti e arretramenti, utilizzando il vecchio sedime presente lungo la costa ai fini della riqualificazione urbana. Altra soluzione praticabile, in alcuni tratti, potrebbe essere quella di mantenere e riqualificare la linea esistente potenziando il trasporto locale ai fini della valorizzazione dei centri storici, soluzione che ribadisce il netto “no” per qualsivoglia ipotesi di barriera antirumore. L’assessorato alle Infrastrutture intende proseguire sulla strada del coinvolgimento e del lavoro di squadra con tutti i soggetti attivi del territorio, e resta in attesa delle osservazioni e delle ipotesi che i Comuni interessati presenteranno entro la fine dell’anno, per poi coordinare le istanze pervenute e trasmetterle al Ministero entro la prima metà del mese prossimo.