DA ANCONA FINO AI PORTI DEL TIRRENO. “ORA UN NUOVO CORRIDOIO EUROPEO”.

19 Gen 2024 | INFRASTRUTTURE

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Francesco Baldelli, assessore regionale alle infrastrutture, tra gli obiettivi del piano Marche 2032 c’è la realizzazione di un Corridoio europeo Ten-T (reti di trasporto Trans-europee) che colleghi il porto di Ancona con quelli del Tirreno: Civitavecchia, Piombino, Livorno, La Spezia. Di che si tratta?
«Il cuore è la proposta di costruzione di un nuovo Corridoio est­ ovest ispirato a sostenibilità, sicurezza e intermodalità – dice Baldelli -. Parto da tre riflessioni. La prima di natura tecnica: le Marche dispongono di una piattaforma logistica che poche regioni possono vantare, il triangolo porto di Ancona, aeroporto di Falconara, interporto di Jesi, tre infrastrutture che vanno connesse alle arterie diagonali, Fano-Grosseto e ferrovia Orte-Falconara. La seconda è una riflessione strategica: guerra in Ucraina, crisi israelo-palestinese e tensioni nel Mediterraneo sono eventi che impattano negativamente sulle tradizionali direttrici di traffico. Gli attacchi alle navi container dirette al canale di Suez impongono alternative più sicure per le merci destinate all’Europa del nord, con un aggravio di costi di 500 milioni al mese, solo per l’Italia, per le spese di trasporto derivanti dalla necessità di aggirare l’Egitto. Poi una riflessione politica: il dibattito sulle infrastrutture è troppo polarizzato tra nord e sud, molto meno sull’Italia centrale. In occasione della firma dell’accordo di coesione, la premier Meloni è stata chiara: va trovata una soluzione a livello trasportistico, per eliminare divari tra est e ovest in Italia».

Quali sono i passaggi da seguire con il governo e l’Ue?
«L’Europa deve muoversi rapidamente. La discussione sulle procedure di aggiornamento dei Corridoi Ten-T si trascina dal 2020 e le scelte arrivano in ritardo rispetto all’evoluzione geopolitica. È necessario che l’Ue agisca in fretta studiando un corridoio alternativo ai traffici commerciali est­ovest che si sviluppano su direttrici tradizionali, sempre meno sicure, o su altre rotte che comportano costi elevati e tempi più lunghi. Mar Rosso e Suez non possono essere aggirati circumnavigando l’Africa. Bisogna privilegiare la grande risorsa costituita dai porti italiani, Ancona compresa».

Quali sono le infrastrutture collegate al nuovo Corridoio e in che modo potrebbero essere sviluppate e potenziate?
«Il cuore è il triangolo porto, aeroporto, interporto. Sul porto di Ancona, grazie all’intervento della Regione, sono state ottuplicate le risorse del governo (da 20 a 156,2 milioni) per ammodernare questo nodo del sistema delle reti europee core Ten-T. All’aeroporto l’attività cargo è in crescita e grazie alla sinergia con l’interporto di Jesi, dove si insedierà Amazon, potrà essere il quinto scalo italiano per traffico di merci. Il triangolo logistico, inoltre, va connesso con Ultimo Miglio e collegamento con la Ss 16, su cui sono all’opera interventi per 400 milioni, e con la Fano-Grosseto, dove nelle prossime settimane saranno affidati i lavori da 120 milioni per la galleria della Guinza, che collegherà Marche e Toscana attraverso il nord dell’Umbria. Per il ferro, sulla Orte-Falconara sono stati affidati lavori per 374 milioni per il primo lotto del raddoppio della linea, investimenti destinati a trasformarla in linea ad alta capacità e ad abbattere i tempi di percorrenza verso la capitale».

Quali benefici potrebbe portare il nuovo Corridoio?
«Un beneficio per l’Ue e per l’Italia centrale, prima che per le Marche, e poi una maggiore sicurezza nei trasporti internazionali, costi ridotti e rapidità negli spostamenti di passeggeri e merci. A regime, si determinerebbe un’accelerazione in termini di investimenti e una crescita dell’indotto in tutti i territori attraversati dal nuovo Corridoio, nelle rotte balcaniche e orientali, dirette verso la Penisola Iberica e verso l’Europa del nord. Una grande opportunità di sviluppo per le regioni centrali».

* Da QN/il Resto del Carlino 18 gennaio 2024

 

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